Introduzione
Vittorio Muratore, socio co-fondatore e amministratore di Mimoto, ci ha concesso un’interessante intervista dove ci ha parlato della sua azienda Mimoto e del suo pensiero riguardo la mobilità sostenibile ed il futuro connesso ad essa. È stata anche un’ottima occasione per verificare di persona il pensiero che hanno gli imprenditori riguardo la mobilità condivisa ed il mercato dell’elettrico nei prossimi anni.
La nascita del progetto
È importante, per cominciare, specificare che Mimoto è una start-up che offre un servizio di scooter sharing, totalmente elettrico, attivo nelle città di Milano, Torino e Genova. L’idea nasce da tre ragazzi fuorisede, tra cui Vittorio, che hanno vissuto la realtà del car sharing in Europa.
Nell’ottobre 2017, rassicurati dalle potenzialità e dai vantaggi del car sharing ma convinti che non risolvesse alcuni problemi come il traffico cittadino, i parcheggi e le code di veicoli per strada, lanciano Mimoto. Hanno scelto uno scooter ecosostenibile, concetto molto importante e caro ai fondatori e made in Italy, considerato un punto di forza, qualità, garanzia e sicurezza. Dopo vari test e sperimentazione su una decina di modelli, l’azienda è partita con la città di Milano poiché vi era già un servizio di sharing mobility molto avanzato.
Il successo e la rapida espansione
Dopo il fallimento di scooter sharing di Enjoy, l’azienda è stata “first mover” creando un nuovo mercato di scooter sharing. Infatti, dopo soli due anni di servizio, è ora presente a Milano un mercato consolidato con vari competitors e oltre 2000 scooter fra tutti gli operatori. Questo sorprendente risultato ha dato ragione all’azienda che aveva capito che c’era una domanda di persone insoddisfatte e che poteva dunque fornire un servizio utile al cittadino ad integrazione dei mezzi pubblici. A distanza di soli undici mesi dal lancio a Milano, Mimoto apre a Torino diventando l’unico sharing ad aprire in una seconda città nello stesso anno. Sull’onda del successo, il 4 settembre 2019 apre a Genova. I piani futuri prevedono l’apertura in due nuove città italiane, il raddoppio della flotta e una diversificazione del parco mezzi offerto, come quadricicli e micro-mobilità leggera, per andare incontro all’esigenze dell’utenza e per migliorare ed espandere le possibilità di percorso effettuabile.
Come vedono il mercato dello sharing in futuro?
Mimoto e Vittorio vedono una città del futuro in cui l’utente uscirà con il proprio casco privato, consapevole di poter utilizzare servizi di sharing che coprono e soddisfano le sue necessità in termini di area geografica, copertura del servizio, affidabilità e numerosità dei mezzi. L’ecosostenibilità è un tema fondamentale, infatti, scooter a benzina non sono mai stati considerati da Mimoto in quanto tipologia di soluzione non condivisa in ottica lungimirante.
L’augurio di Vittorio è per una società con più mezzi elettrici e più infrastrutture per supportarli. La speranza è che si possa creare un ecosistema unico come il “MAAS” (mobility as a service) dove un utente potrà usufruire, con un unico abbonamento, di più servizi come car sharing, scooter sharing, bike sharing e metropolitana. La parola chiave è intermodalità e Mimoto lavora in quest’ottica.