Car sharing: la tecnologia al servizio della mobilità

Car Sharing: la soluzione a traffico e inquinamento in città

Il mondo dell’automobilismo e della mobilità stanno attraversando una fase di cambiamento senza precedenti: non solo perché la mobilità elettrica sta guadagnando rapidamente fette di mercato, ma anche perché il futuro sembra virare verso l’automobile come un servizio condiviso invece che come un bene di proprietà. “Car as a service” direbbero gli inglesi, ma è proprio di questo che si tratta. Il servizio per la mobilità “capostipite” in questa nuova filosofia di trasporti è il car sharing.

Indice

Car sharing: un fenomeno in rapida diffusione

Sul territorio italiano (ma ragionando più in grande, anche in tutto il mondo e specialmente nelle metropoli) il fenomeno del car sharing sta dilagando a macchia d’olio, sia con soluzioni di auto e moto “tradizionali” e sia con le nuove e più recenti auto elettriche a 0 emissioni in un servizio innovativo e pieno di vantaggi e comodità sia per privati (come LeasysGo) e in un inedito formato B2B per aziende con il corporate car sharing di Ubeeqo.

Car sharing: che cos’è?

Con car sharing (dall’inglese letteralmente “condivisione dell’auto) si intende l’insieme delle attività legate all’utilizzo di un’automobile da parte di più persone. Questo concetto abbraccia anche le attività di car pooling e ride sharing (due varianti nella modalità di utilizzo o nel mezzo in condivisione).

In sostanza, car sharing implica la condivisione dell’automobile.

In un altro senso, si potrebbe considerare il car sharing come un servizio di autonoleggio a breve termine. Un’azienda (che sia essa privata o pubblica) mette a disposizione dei veicoli e li distribuisce nei centri urbani. Chi li vuole utilizzare si deve iscrivere e registrare ad un servizio e prenotare l’auto. A quel punto si recherà nel luogo prestabilito dove ritirare l’auto, sbloccarla e guidarla senza preoccupazioni per soddisfare le proprie esigenze di mobilità.  

Car sharing: come funziona

Il funzionamento dei servizi di sharing è, tendenzialmente, abbastanza rigido. D’altronde, con una platea potenziale di milioni di utenti è necessaria una regolamentazione e la definizione di una rete all’interno della quale muoversi.

In termini pratici, è necessario ritirare e consegnare il veicolo in punti di ritrovo ben definiti all’interno della città. Tuttavia, il car sharing può essere approcciato in modi diversi. Per esempio, con una formula di abbonamento.

Alcune compagnie di sharing prevedono il pagamento di un canone mensile per usufruire in modo illimitato (o alternativamente con alcune limitazioni a seconda del tipo di contratto e del tipo di fornitore) di un dato veicolo. Questo è il caso di Leasys Go, il nuovo servizio di car sharing spinto da Stellantis e attualmente dedicato esclusivamente alla Fiat 500 elettrica.  

Esistono anche altre realtà di sharing che prevedono una modalità di utilizzo più flessibile: non sono cioè previsti parcheggi prestabiliti e la vettura può essere lasciata ovunque nella città, a patto che sia all’interno dell’area coperta dal dato servizio.   

Infine c’è un’alternativa di car sharing dedicata proprio alle flotte aziendali. Questa ha il nome di Ubeeqo. Un provider di Car Pooling aziendale con cui è possibile risparmiare il 30% sui costi della mobilità. Un servizio ideale per PMI, liberi professionisti e grandi aziende.

Car sharing: l’elogio del digitale

Fino a pochi anni fa c’era un costante dibattito tra l’approccio “classico e tradizionale” e quello digitale. Il tono è volutamente generico poiché la diatriba analogico-digitale abbraccia una moltitudine di logiche e servizi. Da qualche anno a questa parte però, e specialmente dallo scoppio della pandemia, il digitale ha trovato davvero una sua strada alternativa e personale.

La tecnologia e la digitalizzazione sono diventate fonte di possibilità mai esplorate oppure delle facilitatrici per attività che altrimenti avrebbero faticato ad emergere. Legati ai concetti sopradescritti possono venire in mente i servizi di e-commerce, ma la digitalizzazione abbraccia e potenzia anche il settore della mobilità e del car sharing.

La maggior parte dei provider di servizi di car sharing funziona in modo digitale tramite sito web o applicazione da smartphone. Tutta la fase di prenotazione, controllo dello stato della vettura e pagamento avviene tramite metodi digitali e connessi alla rete.

Car sharing: la sintesi tra sharing economy e digitalizzazione

Se la definizione di sharing economy rimane ancora abbastanza fumosa persino tra gli economisti, gli obiettivi e la filosofia di fondo sono invece limpidi: la sharing economy è un nuovo modello economico basato sulla condivisione di beni e servizi (come l’automobile nel caso del car sharing, ma in generale il concetto può essere esteso ad una moltitudine di servizi, anche avulsi dalla sola mobilità).

Questo rappresenta un cambio radicale di paradigma, poiché questo modello economico si allontana dai concetti di acquisto e proprietà per concentrarsi invece sul riutilizzo e la condivisione.

Si potrebbe dire che la sharing economy ha alla base un grande macro-concetto: sostenibilità ed efficienza nell’utilizzo delle risorse.

Car sharing: ecologia e mobilità

Se si parla di car sharing e dunque di automobili nello specifico, la condivisione gioca un ruolo estremamente importante nell’ottica dell’attenzione per l’ambiente.

Cosa inquina di più? Una sola macchina, ben organizzata tra un gruppo numeroso di persone con servizi di mobilità come il car sharing oppure una vettura per ogni persona? Rapportiamo il quesito alla mobilità in città (con la mole di persone coinvolte che ne consegue) e il calcolo è presto fatto.

La mobilità nelle grandi città però sta cambiando e l’obiettivo è l’elettrificazione degli spostamenti, sia privati, sia pubblici e sia in soluzioni “ibride” come il car sharing. Di fatto, si annullerebbe potenzialmente il problema dell’inquinamento.

Le metropoli soprattutto, in quanto agglomerato di persone e centro nevralgico dell’economia, sono il terreno fertile ideale per lo sviluppo e l’evoluzione di fenomeni come il car sharing.

Sempre in ottemperanza all’attenzione per l’ambiente e agli obiettivi europei del Fit for 55 e mondiali per la 2030 agenda, molti provider di car sharing stanno convertendo la loro flotta in veicoli elettrici a 0 emissioni.

Inoltre, molti servizi di sharing scelgono proprio le citycar come auto designata nella loro flotta. Con un’autonomia media di circa 220km, ingombri ridotti e una rete di colonnine elettriche capillare, la citycar elettrica trova il suo campo da gioco preferito proprio nella metropoli. Con le auto elettriche dei servizi di car sharing inoltre, è possibile circolare liberamente all’interno dell’area C della propria città.