Isabella Malagoli-Heracomm

Direttore Generale Heracomm

Introduzione

Avevamo accennato, in un precedente articolo, agli investimenti che stava effettuando il Gruppo Hera attraverso la distribuzione di colonnine di ricarica sul territorio del Nord Italia, principalmente in Emilia-Romagna. 

Grazie ad un’intervista svolta con Isabella Malagoli, Direttore Generale di Heracomm, possiamo fornirvi, in maniera più diretta e approfondita, il pensiero e i futuri piani d’investimento del Gruppo Hera nell’ambito della mobilità elettrica e sostenibile.

Qui di seguito riportiamo i temi su cui ci siamo principalmente focalizzati e le risposte ricevute da Isabella che è stata molto disponibile nel fornirci queste importanti ed utili informazioni.

Presenza sul territorio delle vostre colonnine: ci sono possibili futuri investimenti?

“Attualmente il Gruppo Hera gestisce una rete di circa 60 stazioni di ricarica, di cui oltre 40 ad uso pubblico e corrispondenti a circa 80 punti (prese), a Modena, Imola, Trieste, Udine e Gorizia. L’intenzione è portare nei prossimi anni la nostra rete di ricarica pubblica ad alcune centinaia di colonnine. Ad oggi abbiamo siglato accordi con 15 Comuni nel nostro territorio, per un totale di 270 nuovi punti di ricarica, di cui circa 200 attivabili entro il 2020.”

Ansia da ricarica: è un deterrente all’acquisto di un veicolo elettrico?

“Questo problema è la ragione principale per cui installiamo colonnine di ricarica in ambito pubblico. Seppure le modalità di ricarica di un veicolo presentino differenze sostanziali rispetto al rifornimento di carburante, riteniamo che la presenza di infrastrutture di ricarica posizionate in modo capillare sul territorio sia un elemento indispensabile per lo sviluppo della mobilità elettrica.”

Tempi di ricarica: è ancora un tasto dolente?

“Uno dei principali vantaggi dell’auto elettrica è la possibilità teorica di uscire di casa tutti i giorni con il “pieno” di energia. Questo fattore, che richiede la disponibilità di un box o di un punto di ricarica condominiale, riduce notevolmente la necessità di ricaricare spesso e in tempi rapidi. L’esigenza di rapidità si presenta, invece, in caso di lunghi tragitti, nei quali la ricarica non può durare più di una normale sosta per uno snack. In questi casi, è necessaria un’infrastruttura di tipo “fast”, su cui i continui progressi tecnologici consentono tempi di ricarica soddisfacenti e sempre più brevi.”

Costi per il privato e pubblico: c’è un reale guadagno in termini economici per il consumatore/azienda?

“La competitività dell’elettrico rispetto agli altri tipi di alimentazione migliora in base a quanto più si riesce ad utilizzare la propria fornitura domestica per la ricarica. Il costo dell’energia di casa è decisamente più basso della ricarica in ambito pubblico per via di una marcata differenza in termini di costi e oneri di distribuzione (ossia tutti i costi che si sostengono per portare fisicamente l’energia in un determinato punto).”

Ciclo di vita: quanto dura la vita di una colonnina di ricarica?

“La vita media di una stazione di ricarica pubblica è di 8-10 anni circa, mentre le infrastrutture di tipo privato (specie se non esposte alle intemperie) possono avere una vita decisamente più lunga.”

 

Se avete trovato utili ed incoraggianti le risposte di Isabella Malagoli in merito alle colonnine di ricarica Heracomm e volete valutare anche voi un’installazione cliccate qui.

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