Sostenibilità commerciale

Un binomio vincente

Sostenibilità commerciale

Chi è Giuseppe Guzzardi?

Giuseppe Guzzardi è il direttore editoriale di svariate riviste automotive della casa editrice “La Fiaccola”.  “Vie&Trasporti” si occupa di economia dei trasporti, di logistica e distribuzione e anche delle filiere di vendita e assistenza del veicolo. 

Flotte&Finanza, dedicato invece al noleggio a lungo termine, anche di automobili, con un focus su differenze tra proprietà e possesso dei veicoli. Pullman, di cui è invece direttore editoriale, esplora il mondo del trasporto passeggeri. È inoltre direttore generale di OITA, Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti: un ente indipendente che ha finalità di normazione e certificazione del trasporto di qualità di alimenti e farmaci a livello nazionale ed internazionale. Vediamo il pensiero di Giuseppe Guzzardi riguardo la sostenibilità commerciale.

Oggi quali sono i driver della mobilità sostenibile?

“Mai come oggi le aziende danno priorità alla redditività più che al mero impatto ambientale. Le società si dirigono generalmente verso scelte a basso impatto ambientale quando quest’approccio apporta un efficientamento concreto nei trasporti e nella logistica. Dipende molto dal tipo e dalla dimensione dell’azienda, dal tipo di presenza sul territorio e dal genere di contratti che l’azienda stipula con i clienti. Ad esempio se questi richiedono una movimentazione delle merci esclusivamente tramite mezzi ad alimentazione green e non impattante sull’ambiente”.

La mobilità delle merci legata ai veicoli commerciali leggeri avrà una svolta verso il sostenibile?

Nei comuni italiani c’è una tendenza generale a favorire la distribuzione merci con veicoli ad alimentazione alternativa, a basso impatto ambientale o a impatto ambientale zero. Un problema può nascere quando la distribuzione riguarda prodotti a temperatura controllata, in quanto i veicoli elettrici hanno difficoltà a sopperire sia alle esigenze di mobilità (ansia da ricarica) che a quelle di mantenimento di temperatura. Ci sono veicoli in grado di superare questi nodi, però, il rendimento in termini economici di “total cost of ownership” non è a mio avviso competitivo. La svolta verso la distribuzione green è e sarà comunque una strada obbligata.

Cos’è il total cost of ownership (TCO)?

Il TCO, nell’ambito dell’industria automobilistica, è il parametro attualmente utilizzato. Determina il costo/chilometro di un veicolo, comprendendo anche il costo autista, il valore residuo, gli elementi usurabili come freni e pneumatici, i costi generali, gli interessi e le tasse. Più basso è il TCO, maggiore sarà l’efficienza della flotta. Le voci che maggiormente incidono sono autista e carburante/lubrificante, da cui deriva l’impegno dei costruttori volto ad abbattere i consumi. Ci si riferisce invece al “costo/uso” nel caso in cui il veicolo non sia di proprietà della flotta.

C’è una particolare attenzione a movimentare le merci con veicoli alimentati a gas metano e GPL?

In Italia c’è un crescente interesse verso il CNG (Gas Naturale Compresso) e sopravvive ancora il vecchio GPL (Gas di Petrolio Liquefatto). Per il CNG la proposta riguarda maggiormente, per motivi logistici e di ottimizzazione, i veicoli commerciali pesanti, al contrario del GPL il quale è preferito per quelli “leggeri”. In Italia si è sviluppata recentemente una discreta rete di distribuzione di CNG. Invece, per ciò che riguarda il GPL, il mercato rimane modesto per via della tara limitata di cui dispongono i veicoli commerciali leggeri alimentati con questa tecnologia. I dispositivi retrofit andrebbero ad impattare sulla portata, rendendo i mezzi a GPL meno competitivi. Inoltre, non sempre l’approvvigionamento è comodo per le aziende, soprattutto per il rifornimento di gas metano che deve essere fatto fuori città. 

Il dato relativo al mercato italiano dei veicoli commerciali leggeri alimentati a metano mostra da gennaio ad aprile una riduzione del venduto del 54,5%. Quello riferito al GPL è crollato addirittura del 73,9%, il diesel è crollato “soltanto” del 44%. A fronte di una flessione media nazionale del 40-45%, metano e GPL hanno quindi registrato una riduzione più elevata della media nazionale”. Dati drammatici per il settore automotive, ma purtroppo coerenti con la crisi sanitaria ed economica che si stiamo vivendo.

Questo trade-off tra sostenibilità e competitività vale anche per i veicoli commerciali pesanti?

Le nuove tecnologie, in funzione dell’utilizzo e della capacità della rete di ottimizzare i momenti di carico, scarico e di rifornimento, possono essere molto interessanti. Lo sono sicuramente da un punto di vista ambientale: oggi un veicolo alimentato a CNG ha un impatto generale sull’ambiente più basso di uno alimentato a gasolio. Ancora di più se si pensa che i veicoli euro VI sono ancora una frazione del circolante e che sono in circolazione ancora tantissimi euro 0, I, II, III e IV”. Il trasporto delle merci su gomma raggiunge in Italia oltre l’80% del volume totale di trasporti e rappresenta quindi un elemento inquinante che impatta sull’ambiente in maniera tutt’altro che secondaria. I principali player della logistica, cosi come vari costruttori internazionali, tra cui menzioniamo Scania e Volvo, si stanno impegnando ad abbracciare un approccio sempre più sostenibile alla movimentazione delle merci. Sostengono che investire in carburanti alternativi rappresenti lo sviluppo futuro ed inevitabile del trasporto delle merci. Il gigante delle spedizioni DHL, ad esempio, ha già avviato il processo di riconversione delle sue flotte di mezzi leggeri e pesanti, riducendo del 30%, già nel 2016, la sua produzione di anidride carbonica. Sostenibilità commerciale, un binomio con un futuro vincente.

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